I dialoghi della…

L’intestino sappiamo essere il nostro secondo cervello e come tale è anche sede dell’emotività, i pensieri e le sensazioni attraversano l’autostrada che dal cervello va all’intestino e vice versa, influenzando profondamente la sua attività.

Costipazione, stitichezza o stipsi sono disturbi a livello dell’intestino che in visione olistica possono essere collegati all’attaccamento materiale ed emotivo, al trattenersi, al non volersi separare da qualcosa.

Innanzitutto non è fondamentale andare al bagno tutti i giorni per essere regolare, la regolarità del transito intestinale è mantenuta anche a giorni alterni, importante è comprendere che ognuno di noi ha la sua e che la stipsi insorge quando per alcuni giorni non vengono svuotati i visceri

Molte persone che soffrono di stipsi riconoscono di faticare ad ascoltare i propri bisogni, di aver paura di disturbare o dispiacere gli altri, queste emozioni sono sovente difficili da rilasciare.

La stitichezza cronica può colpire maggiormente le persone che, non riescono a lasciarsi andare e si adattano al trattenersi e a privarsi dei propri piaceri.

Da un punto di vista clinico la stipsi cronica può dipendere anche da disfunzioni fisiche congenite, da uno stile di vita sregolato e sbagliato, può essere da una dieta non appropriata, in certi casi occorre delle diagnosi approfondite da medico specialista.

Ma l’intestino può bloccarsi di fronte a situazioni nuove e sconosciute le quali possono creare paure di cambiamenti ai quali non siamo pronti, eventi traumatici ai quali rifiutiamo l’accettazione, tutto questo può variare anche dalla rigidità della persona stessa.

Sulla stipsi si può lavorare sia in ambito strettamente nutrizionale che in ambito comportamentale, lavorando sulle abitudini e sugli schemi mentali che le governano e focalizzandosi sul lasciare andare e sul rilassamento, procedendo con un lavoro di riequilibrio alimentare ed ad un cambiamento dell’atteggiamento mentale.





Cibi Fermentati

La fermentazione nasce come tecnica di conservazione, sono apprezzabili cibi fermentati sia nella tradizione culinaria occidentale che orientale (il vino e la birra sono due bevande fermentate come il pane o la amata pizza sono due cibi fermentati) nella quale batteri e lieviti modificano gli zuccheri e/o gli aminoacidi presenti nell’alimento, l’alimento si arricchisce (vitamine biodisponibili, minerali, micronutrienti)

Una buona flora batterica fa digerire meglio per questo è importante avere una flora batterica tirata a lucido

Lo yogurt si ottiene dalla fermentazione, che parte sempre da uno starter o madre, del latte ad opera dei lattobacillus bulgaricur e streptococcus temophilus

Il kefir è un fermentato che origina dal caucaso a partire da latte o acqua (kefir di latte o d’acqua a cui si aggiungono grani di kefir, batteri e lieviti; è ottimo per la flora batterica

Kombucha bevanda fermentata a base di tè zuccherato a cui si aggiunge la madre scoby, lieviti e batteri che iniziano la fermentazione

Miso, dalla cucina orinetale un fermentato di semi di soia gialla ricco di vitamine, minerali e proteine

Verdure fermentate con latte e sale o attraverso l’azione dei batteri presenti sulle bucce delle verdure, possono essere preparate in barattolo a casa

Crauti dalla tradizione tedesca ma arrivano dalla Cina, i batteri trasformano il glucosio in acido lattico e CO2 che gli conferisco il tipico gusto

Olive tipicamente presenti nel Mediterraneo, si ottiene introducendo batteri e/o lieviti a seconda del tipo di fermentazione e al tipo di oliva, conferisce gusto e esalta le proprietà del frutto

I cibi fermentati presentano benefici estremamente importanti per il nostro intestino, offrono un fondamentale apporto di probiotici che sostengono e coadiuvano la flora esistente

Un fermentato è anche molto più digeribile e possiede vitamine e minerali in maniera molto più significativa rispetto all’alimento di partenza (si è dimostrato, ad esempio, che i crauti contengono molta vitamina C, che invece non ritroviamo nella verza cruda)

Nel nostro intestino vi è infatti una presenza preponderante di batteri che svolgono un’azione metabolica molto simile a quella che i batteri attuano nei cibi durante i processi di fermentazione. Quando il cibo si ferma più a lungo nello stomaco viene attaccato da questi batteri, e sostanze come i carboidrati e amidi vanno incontro alla fermentazione intestinale che produce acido acetico, anidride carbonica e alcool etilico, che spesso possono causare gonfiori addominali.

Un cibo fermentato è molto più digeribile, come dimostrato dai cibi lievitati: un pane lievitato per 48 ore è più digeribile di un pane lievitato per 6 ore, poiché in questa differenza di tempo i batteri avranno reso le molecole, come ad esempio il glucosio, molto più semplici. Lo stesso processo avviene nella fermentazione dello yogurt, in cui le molecole di lattosio, uno uno zucchero, o più precisamente, un disaccaride, vengono ‘digerite’ dai batteri che colonizzano il latte e che lo fermentano, scindendo il lattosio nei suoi componenti base (glucosio e galattosio) che sono utilizzati a livello energetico e che a loro volta danno acido lattico, e le proteine del latte come la caseina in molecole più semplici, dunque più facilmente digeribili. È infatti comune che soggetti intolleranti al lattosio possano consumare prodotti come yogurt o formaggi molto stagionati.

I cibi fermentati sono importanti per la sintesi di vitamine e altre sostanze presenti negli alimenti fermentati in maniera molto più significativa rispetto all’alimento di partenza (si è dimostrato, ad esempio, che i crauti contengono molta vitamina C, che invece non ritroviamo nella verza cruda), ma sono in particolar modo fondamentali poiché aggiungono alla nostra flora batterica, permettendo il rafforzamento del sistema immunitario e aiutando nei processi di scissione delle molecole in sostanze più semplici e più processabili dal nostro corpo.

Sono definiti alimenti fermentati probiotici, poiché appunto ricchi di probiotici, i batteri ‘buoni’, microrganismi vivi che rafforzano la nostra flora batterica e la funzionalità del microbiota intestinale, aumentano le difese immunitarie, favoriscono la digestione ed equilibrano il pH dell’intestino. Tra i probiotici più conosciuti troviamo i lactobacilli e i bifido-batteri.


La capacità probiotica di un alimento fermentato sparisce nel momento in cui viene cotto. Il nostro intestino ospita una popolazione di microrganismi foltissima, chiamata microbiota. Questa collabora con il nostro organismo per mantenerci in salute: è quindi fondamentale avere un microbiota equilibrato e nutrirlo con gli alimenti corretti, poiché questa popolazione può essere intaccata e scatenare dismicrobismo, problemi gastrointestinali ed altre sintomatologie.